Articolo aggiornato il 25 Ottobre 2023 da Stefano Mastrangelo
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Come mettere da parte dei soldi per la pensione?
Una considerazione importante. I giovani e tutti coloro che sono entrati nel mondo del lavoro DOPO il 1994, avranno pensioni pubbliche inferiori rispetto alle precedenti generazioni.
Per fornire alcuni dati esemplificativi: se i nostri nonni e genitori potevano ambire, mediamente, a pensioni pari al 70/80% delle ultime retribuzioni medie, per le generazioni nate dal 1970 in poi, questo dato si abbassa al 60/55% con punte del 45/50% per alcune categorie, in particolare gli autonomi (e in futuro sarà sempre peggio, per motivi di natura demografica abbastanza noti).
Un bel problema, a cui si può ovviare con la previdenza integrativa. Ecco perché è diventato essenziale veicolare il proprio risparmio verso obiettivi di lungo termine.
Fondo pensione: cos’è e come funziona?
Il rischio di dover vivere con redditi dimezzati, arrivati alla soglia dei 70 anni, non è certo un bel viatico, per i lavoratori di oggi. Ci sono diversi fondi pensione, sia di categoria (gestiti da aziende, sindacati, casse previdenziali) che “aperti” cioè gestiti da banche ed assicurazioni nell’ambito della loro offerta.
Io suggerisco fortemente, per chi ha una buona capacità di risparmio annuo, di contattare un buon consulente e pensarci su. Come dicevo ad inizio articolo, l’opportunità di risparmio ed investimento, si coniuga con incentivi fiscali. Infatti i fondi pensione danno diritto alla DEDUCIBILITA’ completa (fino ad una cifra di poco superiore ai 5000 euro) dei premi versati.
Chiariamo con un esempio. Un professionista che avrà fatturato, al 31-12-2019, 30.000 euro, se ne versa 4000 al proprio fondo pensione, può “de calcolare” queste cifre dal proprio fatturato, così da ridurre a 26.000 il reddito imponibile.
Una semplificazione abbastanza rapida da fare, può portare al seguente calcolo: per chi ha tassazione Irpef al 35%, investire 2.000 euro attraverso il versamento in un fondo pensione, comporta un immediato ritorno di quei 2.000 euro (circa 800 euro di imponibile fiscale in meno).
Una bella somma, con la contemporanea creazione del “gruzzoletto” per l’età pensionabile; va specificato infatti, che solo al momento del pensionamento si può riscattare il cumulo dei premi versati.
Resta dunque una evidente opportunità per mettere da parte con intelligenza e con il contributo dello Stato, di solito molto “avaro” quando si parla di fisco.
Come scegliere un fondo pensione?
Intanto, come ogni operazione di natura finanziaria e di investimento, suggerisco di evitare il “fai da te” e di rivolgersi a professionisti ed istituti preparati, e sul campo da tempo. Le mode, i maghi che spopolano sui social e le “leggende metropolitane” lette su qualche sito, meglio prenderle con le proverbiali “pinze”.
Un fondo pensione, infatti, prevede anche dei rischi, come tutti gli investimenti di lungo termine. Come scrivo anche nel mio libro, (“I pilastri della ricchezza”) prima di tutto bisogna saper pianificare, cioè avere le idee molto chiare su dati come risparmio necessario, obiettivi di vita, quadro normativo, orizzonte temporale.
Quindi è necessario il supporto di un professionista. Poi, come tutti gli investimenti finanziari, è importante che ci sia anche la più ampia diversificazione, cosa che, generalmente, il fondo comune di investimento garantisce. Comunque suggerisco di valutare quanto ampio e diversificato (in termini di titoli) è il fondo.
Alcuni fondi pensione chiusi, infatti, rischiano di concentrare gli investimenti in un numero ristretto di titoli o beni. Nel caso poi della previdenza complementare per i più giovani, con 20 o 30 anni, un altro suggerimento, è quello di puntare sull’economia reale, cioè su una fetta di investimenti in titoli azionari. Una buona strategia, in tal senso, potrebbe essere quella di intestare il fondo pensione già a figli o nipoti, godendo dei benefici fiscali e accantonando con intelligenza per il loro futuro, con 20 o 30 anni di contribuzione da ipotizzare.
Quali sono i rischi di un fondo di previdenza complementare?
Nel mio libro, “I pilastri della ricchezza” aggiungo anche un altro consiglio che può tornare utile, quello di considerare il “perché” di un investimento, prima del “cosa”. Intendo dire che prima di tutto, bisogna avere la consapevolezza dell’importanza di pensare alla propria previdenza. Solo davanti a questa certezza, si potrà costruire un piano pensionistico, che per i più giovani è un lungo e impegnativo percorso. Ciò garantirà di tenere fede all’impegno assunto, anche in quei momenti in cui ci potrebbe essere la tentazione, di spendere il denaro in surplus (penso ad un viaggio, un regalo lussuoso ecc.).
Davanti ad una forte motivazione, a quel concetto che io sintetizzo con “dare un nome ai soldi”, il risparmio intelligente diventa più facile da perseguire.
Il mio libro: “I Pilastri della Ricchezza” acquistabile su:
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Contatti del Family Banker: Dott. Raffaele De Leonardis
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