Articolo aggiornato il 2 Agosto 2022 da Stefano Mastrangelo
Indice
Che cos’è l’Art 1 dl 66 2014 Naspi?
Se sei arrivato su questo articolo, è perché con molta probabilità stai cercando delle informazioni semplici ed immediate sull’art 1 dl 66 2014 Naspi.
Ma che cos’è e di cosa si parla nell’articolo 1 di questo Decreto Legge n.66 del 2014?
Il Decreto Legge 24 aprile 2014, n. 66
Correva l’anno 2014 ed il nuovo Primo Ministro, Matteo Renzi, con il suo nascente Governo, decise di riconoscere un Credito ai lavoratori dipendenti (e su alcuni redditi assimilati a quelli di lavoratori dipendenti) in via sperimentale dal Maggio dello stesso anno, confermandolo poi in via definitiva a partire dal 2015.
L’ Art 1 dl 66 2014 è meglio conosciuto da tutti come Bonus Irpef o Bonus Renzi.
Credito art 1 dl 66/2014: a chi spetta?
Il Bonus Irpef (o cosidétto Bonus Renzi) spetta ai lavoratori dipendenti ed ai disoccupati che ricevono un reddito lordo compreso tra gli 8174 ed i 26.600 euro.
Quando si è percettori di Naspi (la Disoccupazione Inps), non bisogna inoltrare nessuna domanda per richiedere il Bonus, perché l’Inps opera come sostituto di imposta e va a riconoscere i “famosi” 80 euro in automatico (il Bonus Renzi può essere erogato qualche mese dopo rispetto al primo mese di pagamento della Naspi).
Il Pagamento del Bonus da 80 euro sulla Naspi, partirà se e solo se, si rispetteranno i requisti indicati sopra.
Quando pagano il Bonus Renzi sulla Disoccupazione?
Generalmente, il Bonus viene pagato a fine mese. Alcune persone, in base a diverse situazioni concomitanti, possono riceverlo anche con qualche giorno di ritardo. In questo articolo ad esempio, indichiamo le date presunte di pagamento per l’anno 2020.
Come già detto, non si deve presentare alcuna domanda all’Inps per ricevere il Bonus. Se se ne ha diritto, si inizierà a riceverlo a partire da qualche settimana successiva all’erogazione del primo assegno della Naspi.
Credito art 1 dl 66/2014 non è da 80€ : perché?
Per rispondere a questo quesito, ti rimandiamo a quanto espressamente indicato dall’Inps: ” Nel caso delle prestazioni a sostegno del reddito erogate dall’Istituto, sia in costanza di rapporto di lavoro sia a seguito di cessazione dello stesso, si precisa che le detrazioni spettano in relazione ai giorni indennizzati. Ad esempio, per l’indennità di disoccupazione, si prendono a riferimento i giorni per i quali spetta la prestazione. L’Istituto, in qualità di sostituto di imposta, è tenuto a riconoscere in via automatica il credito determinando la spettanza e il relativo importo sulla base dei dati a disposizione riguardanti i redditi percepiti dal lavoratore, quali i dati relativi alle prestazioni erogate e i dati desunti dal casellario delle pensioni.“
Questo spiega perché ogni disoccupato, percepisce una cifra differente da ogni altro percettore di Disoccupazione Naspi. art. 1 D.L. 66/2014
Novità 2020: Cuneo Fiscale e Bonus Renzi a 100€
Ottime novità per i percettori del Bonus Irpef nel 2020. In un anno già duramente colpito dall’Emergenza Covid-19, il Governo Conte-2, aveva già stabilito da inizio anno, l’aumento della platea dei destinatari e l’aumento dell’importo massimo erogabile.
Gli importi dell’Art 1 dl 66 2014 varieranno da Luglio, anche sulla Naspi seguendo queste fasce di reddito:
- 100 euro mensili di Bonus Irpef (1200 euro annuali) per i lavoratori dipendenti, disoccupati in Naspi e pensionati con Ape social, con un reddito complessivo annuale tra gli 8200 euro e 28.000 euro,
- 80 euro mensili di Bonus Renzi (960 euro annuali) per i soggetti con reddito complessivo annuale da 28.000 euro e sino a 35.000 euro,
- un importo che partendo da 80 euro va a ridursi progressivamente, per i beneficiari con un reddito complessivo annuale superiore a 35000 euro e sino a 40.000 euro.
Chi deve rinunciare al bonus Renzi, ha bisogno di comunicare in maniera cartacea al datore di lavoro, con il modello di detrazione fiscale, la volontà di rinunciare (anche temporaneamente) al credito Irpef, ai sensi del D.L. 66/2014.
E’ importante fare questa operazione agli inizi dell’anno, perché se si revoca il bonus irpef durante l’anno, il datore o l’Inps, recupererà i pagamenti mensili dall’inizio dell’anno.
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