Spetta la Pensione di reversibilità al figlio
Pensione di reversibilità al figlio

Articolo aggiornato il 4 Maggio 2023 da Stefano Mastrangelo

Il figlio ha diritto alla pensione di reversibilità?

A chi spetta la pensione del familiare defunto? La pensione di reversibilità o la pensione ai superstiti, è una pensione riconosciuta dall’Inps, nel caso in cui il defunto familiare era in possesso di una pensione diretta o 15 anni di contributi Inps.

A chi spetta la pensione di reversibilità Inps?

La pensione di Reversibilità, introdotta per la prima volta in Italia nel 1939, è riconosciuta quando il defunto familiare era titolare:

  1. di pensione diretta di vecchiaia o anticipata, (non sono reversibili gli assegni sociali e le pensioni sociali, l’invalidità civile e l’indennità di accompagnamento),
  2. di 15 anni di contribuzione,
  3. oppure di cinque anni di contribuzione, di cui almeno tre anni nei 5 anni precedenti la data del decesso.

I familiari che hanno diritto alla pensione di reversibilità sono:

  • il coniuge o il coniuge separato legalmente,
  • il coniuge divorziato, che sia titolare di assegno periodico e che non si sia nuovamente sposato, (anche se ha diritto ad un assegno pari a due annualità ai sensi dell’articolo 3, decreto legislativo 18 gennaio 1945, n. 39),
  • al componente superstite unito civilmente,
  • ai figli ed equiparati che alla data di decesso del familiare non abbiano superato il 18° anno di età,
  • ai figli maggiorenni che siano riconosciuti inabili al 100% (impossibilitati a svolgere qualsiasi attività lavorativa), dalla Commissione medica invalidi civili ed a carico del genitore al momento del decesso,
  • ai figli ed equiparati studenti che non hanno un reddito e siano a carico del genitore defunto al momento della morte. In questo caso hanno diritto alla pensione i figli con 21 anni di età e sino a 26 anni,  in caso di frequenza di scuola media o professionale e/o universitaria. (oppure che svolgono lavoro retributivo inferiore al trattamento minimo di pensione maggiorato del 30%)

Chi sono i figli ed equiparati?

Per avere diritto alla pensione di reversibilità, i figli inabili al lavoro, devono dimostrare tre condizioni al momento del decesso di un genitore:

  1. inabilità al lavoro (accerta dalla Asl) ossia l’impossibilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa (art. 2 della Legge 222/1984),
  2. convivenza con il genitore defunto, ad esempio residenza con il genitore deceduto (nel caso di non residenza, bisogna accertare i redditi di entrambi al momento del decesso)
  3. il sostegno economico da parte del genitore. I figli inabili al lavoro possono lavorare per un numero inferiore a 25 ore settimanali, solo per finalità terapeutiche, presso cooperative sociali o aziende che deve assolvere l’obbligo del lavoratore disabile. Per continuare a percepire la pensione, il reddito deve essere inferiore a 16814,00 euro annuale (nell’anno 2019) e di 23028,00 euro nell’anno 2019 nel caso in cui il figlio inabile, percepisce l’indennità di accompagnamento.

Sono definiti figli equiparati ed hanno diritto alla pensione ai superstiti:

  • i figli adottivi e affiliati dell’assicurato o pensionato deceduto;
  • i figli del deceduto riconosciuti o giudizialmente dichiarati;
  • i figli non riconoscibili dal deceduto per i quali questi era tenuto al mantenimento o agli alimenti in virtù di sentenza, nei casi previsti dall’articolo 279 del codice civile;
  • i figli non riconoscibili dal deceduto che nella successione del genitore hanno ottenuto il riconoscimento del diritto all’assegno vitalizio, ai sensi degli articoli 580 e 594 del codice civile;
  • i figli nati dal precedente matrimonio del coniuge del deceduto;
  • i figli riconosciuti, o giudizialmente dichiarati, dal coniuge del deceduto;
  • i minori regolarmente affidati dagli organi competenti a norme di legge;
  • i nipoti minori, anche se non formalmente affidati, dei quali risulti provata la vivenza a carico degli ascendenti;
  • i figli postumi, nati entro il 300° giorno dalla data di decesso del padre (in tale fattispecie la decorrenza della contitolarità è il primo giorno del mese successivo alla nascita del figlio postumo).

(Fonte: Inps Pensione ai superstiti indiretta e di reversibilità)

Importo pensione di Reversibilità ai figli?

Per ricevere la pensione ai superstiti o di reversibilità bisogna presentare una domanda telematica all’Inps, tramite il patronato zonale (la pratica è gratuita) o attraverso il servizio online sul sito dell’Inps: Pensione ai superstiti indiretta e di reversibilità. La pensione spetta dal mese successivo alla data del decesso del familiare ed ai sensi della legge 335/95 è pari:

  • al 60% della pensione lorda nel caso spetti solo al coniuge,
  • il 70% nel caso è presente solo un figlio,
  • l’80% nel caso di coniuge e figlio oppure due figli senza coniuge,
  • il 100% al coniuge con due o più figli oppure a tre o più figli,
  • il 15% per altri familiari aventi diritto.

La pensione ai superstiti spetta per tredici mensilità.

I documenti per la pensione di reversibilità

Dopo la morte del familiare sono necessari una serie di documenti da presentare al patronato o da allegare alla proceduta telematica Inps. I documenti per ottenere la pensione di reversibilità sono:

  • il documento di identità del coniuge superstite e dei figli,
  • lo stato di famiglia alla data della morte del familiare, (meglio non autocertificazione)
  • il codice Iban del coniuge o dei figli,
  • il certificato di morte e i documenti di identità del defunto,
  • l’ultima dichiarazione dei redditi del defunto,
  • il verbale di invalidità del figlio inabile,
  • i documenti che attestino il mantenimento del defunto nel caso di figli non conviventi e non a carico fiscalmente sulla dichiarazione dei redditi.

A seguito della presentazione telematica, entro 30 giorni, l’Inps invierà una comunicazione (Te08) con l’esito della domanda e l’importo spettante della reversibilità.

La pensione ai superstiti è un reddito di pensione e va dichiarato sulla dichiarazione fiscale annualmente. L’art. 1, comma 249 della legge n. 232/2016 (legge finanziaria 2017) ha introdotto l’esenzione dall’Irpef di 1.000 euro delle pensioni di reversibilità corrisposte agli orfani.

Quindi un bambino minore di 18 anni che ha perso la madre, ha diritto alla pensione di reversibilità ed il suo imponibile fiscale è diminuito di 1000 euro. In questo caso il genitore superstite può inserirlo a carico se non superava l’importo di 2840,51 euro per il 2017 e 2018 e 4000 euro per il 2019.

Gli eredi del defunto hanno anche diritto ai ratei di tredicesima dell’assistito (dal datore di lavoro o dall’Ente) o del pensionato dall’Inps.

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6 Commenti

  1. Praticamente, se non ho mal interpretato, un figlio se maggiorenne anche se disoccupato e si è preso cura dei genitori fino alla loro dipartita, non ha diritto alla reversibilità se è solo anziano, deve avere qualche forma di invalidità? Grazie

  2. ho curato mio padre fino allaa morte poi ho inizi<to con mia mamma ci ha lasciato io figlio disoccupato 58 anni ho diritto della reversibilità della pensione di mamma.

  3. mia sorella, invalida civile al 100% è già contitolare con la madre, di pensione di reversibilità. Ogni anno riceve dall’Inps la “certificazione unica” relativa a detta pensione, anche se il pagamento viene fatto a nome della madre.
    Volevo sapere quale sarà, un domani, la % a Lei spettante.
    Grazie.

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